Insane Age of Empires II

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view post Posted on 30/1/2015, 14:15
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Ze ÜberMorsel

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Insane Age of Empires II

Quanto segue è il resoconto di una delle partite più gloriose e dementi mai combattute da noi in Age of Empires II. La partita è iniziata la sera di giovedì 29 gennaio 2015 ed è proseguita fin oltre mezzanotte.

L’assetto: battaglia casuale, mappa Fiumi Enorme. Alan (Alan91, Teutoni, Rosso) nell’isola settentrionale, Giuseppe (Warboss Gorgutz [201st], Bizantini, Viola) nell’isola nord-occidentale, Alex (Kommissar Antilus, Unni, Blu) nell’isola nord-orientale e io (Smiley Magnus, Spagnoli, Grigio) nell’isola centrale, collegata a nord con Antilus e Alan. I nemici: la Regina Isabella (Spagnoli, Verde), Giaguaro Alato (Maya, Giallo) e Zhao Kuang Yin (Cinesi, Celeste).
Dopo la consueta corsa per l’Età Feudale, i primi segnali di allarme sopraggiunsero, neppure a dirlo, nell’isola centrale: ma non dalle numerose secche meridonali, cinte già da tempo da mura di pietra, bensì da nord, presso un corridoio nella base di Alan passato inosservato. L’assalto nemico fu un grave colpo. Nonostante i rinforzi di Antilus, al momento intoccato, non fu possibile chiudere la falla con nuove fortificazioni, perciò abbandonai la base alla devastazione nemica ed edificai un nuovo centro cittadino all’interno dell’isola di Alan. Dopo poco tempo fu la volta della base di Gorgutz, data anch’essa alle fiamme dai nemici. Noi quattro ci arroccammo dunque presso le due isole nord-occidentali, pronti a ricostruire i nostri imperi e a contrattaccare. Un simile obiettivo, tuttavia, si sarebbe presto rivelato molto più impegnativo di quanto previsto. I seguenti assalti dei nemici, infatti, furono più sanguinosi che mai.
La base di Antilus fu letteralmente tartassata dalla coalizione avversaria: un’ondata infinita di uomini si riversò contro le sue mura e in mezzo a una simile fiumana di persone, protetto dai corpi stessi della folla, un trabucco seminò la distruzione tra le sue strutture. Antilus rispose inviando un torrente altrettanto smisurato di fanti e arcieri: dai campi di reclutamento dritti alla breccia… e da lì alla tomba. Alla fine, però, anche la sua solidissima economia dovette cedere. Le riserve di cibo, legname e oro iniziarono a scarseggiare. Antilus, disperato, tentò dunque un ultimo, glorioso colpo di mano per sviare l’attenzione del nemico: una flotta di navi da sbarco, con a bordo un quarantina di fanti e una ventina di arieti d’assedio, colpì la base di Zhao Kuang Yin proprio alle sue spalle, abbattendo un castello e alcuni edifici. Ma il nemico non si fece cogliere dal panico e rispose con brutale efficienza: le truppe di difesa giunsero molto prima di quanto previsto e in poco tempo fecero strage delle eroiche forze d’assalto di Antilus. Quando infine i nemici penetrarono nella base di quest’ultimo, vi trovarono uno spettacolo quanto mai desolante… non un albero in piedi, non una miniera d’oro che non fosse stata sfruttata fino all’ultima pietra. Antilus aveva dato fondo a tutte le sue risorse per combattere il nemico. Ma non era ancora giunta la fine.
Anche la base di Alan, nel frattempo, stava subendo la pressione degli invasori da sud, presso i miei nuovi quartieri. Le difese ressero a sufficienza, ma ancora una volta l’attacco decisivo fu sferrato da una secca poco protetta. Una linea fortificata di Alan fu abbattuta da una squadra di arieti d’assedio e dalla breccia i nemici iniziarono a sciamare in direzione del cuore stesso delle nostre basi. In quello stesso istante, tuttavia, un mio colpo di mano ribaltò la situazione in un modo inaspettato. Di fronte all’impetuoso assalto nemico una compagnia scelta di paladini varcò la secca che divideva i nostri territori da quelli appartenuti a Gorgutz e fece strage delle truppe di occupazione, riducendo in briciole mercato e carri da carico. Una volta eliminate le ultime sacche di resistenza, tutti gli abitanti della vecchia base furono evacuati e destinati a edificare presso il nuovo territorio linee fortificate che chiudessero ogni via d’accesso al nemico, sia da sud che da est. Il piano ebbe successo e, mentre i nemici perdevano tempo prezioso devastando le strutture abbandonate al loro destino, furono poste le fondamenta per la costruzione della mia terza base. Poco dopo anche Alan abbandonò i propri quartieri per riparare nell’isola di recente conquista, ancora grondante di risorse: infine fu la volta di Antilus, reduce dallo sfortunato assalto alla base di Zhao Kuang Yin. I nuovi flussi di legname, oro e pietra, nonché la riapertura delle rotte commerciali, ci permisero di ricostruire rapidamente la nostra economia. Solo Gorgutz rimase arroccato nell’estremità settentrionale del territorio appartenuto ad Antilus, ma le sue linee fortificate non furono mai minacciate.
I seguenti assedi nemici presso la vecchia isola di Gorgutz, d’altro canto, si dimostrarono costanti ma infruttuosi. La Regina Isabella inviò, precorrendo i tempi dell’Invincibile Armata, una flotta apparentemente inesauribile, mentre Giaguaro Alato non si fece scrupoli a sacrificare centinaia di arcieri piumati nel tentativo di fiaccare le nostre difese. Anche i temibili trabucchi nemici apparvero spesso all’orizzonte, ma il nostro apparato difensivo, nonostante gli inevitabili allarmi, resse egregiamente. Quando infine la situazione iniziò a stabilizzarsi, i quattro eserciti alleati si riunirono per lanciarsi al contrattacco. Di fronte a tale impeto la base di Isabella fu in buona parte rasa al suolo, ma proprio mentre la vittoria sulla regina di Castiglia sembrava essere a portata di mano le truppe di riserva di Giaguaro Alato giunsero in soccorso dell’alleata e con la forza dei numeri arrestarono brutalmente l’avanzata dell’esercito confederato, per poi sterminarlo. Ancora una volta i nostri sforzi erano stati vanificati, ma ormai eravamo noi ad avere l’iniziativa, perciò non tutto era perduto! Una nuova, colossale armata venne mobilitata al costo di indicibili sforzi economici. L’isola appartenuta a Gorgutz era stata letteralmente prosciugata di ogni sua risorsa: il legname in particolare era diventato più prezioso dell’oro, poiché ogni singola foresta era stata disboscata. Una volta esaurito il formidabile contrattacco di Giaguaro Alato, le nostre forze si riversarono nuovamente sul territorio nemico, più potenti e determinate che mai. Un fiume di cavalieri, fanti, arcieri e mezzi d’assedio di quattro fazioni differenti, ognuna incalzata da un bruciante desiderio di vendetta, seminò la morte e la distruzione tra gli Spagnoli e i Maya. Fu un’ecatombe di immani proporzioni: la stragrande maggioranza delle truppe che avevano varcato per prime i nostri cancelli in direzione del fronte andò incontro a una fine rapida e brutale, ma i rincalzi furono incessanti, anche grazie ai nuovi carichi di legname provenienti dai territori appena strappati al nemico. Isabella e Giaguaro Alato, ostinati fino alla fine, si arresero contemporaneamente solo dopo aver visto il loro ultimo edificio ridotto in polvere. La fine di Zhao Kung Yin era imminente! Benché esausto e ridotto a brandelli, l’esercito confederato riprese l’assalto con rinnovato vigore, deciso a porre fine, una volta per tutte, all’odiosa minaccia nemica. Il rintocco finale della battaglia giunse dopo poco tempo con la resa dell’Imperatore di Cina… La vittoria era stata alfine conquistata. Ma a quale prezzo, signori. A quale prezzo.

Durata della partita: Quattro ore, cinquanta minuti e cinquantadue secondi.

Statistiche:Con ben 11.532 perdite complessive tra le unità e 661 costruzioni distrutte, per un totale di 12.193 perdite, questa battaglia si è dimostrata di poco più sanguinosa rispetto a quella combattuta in Total Annihilation il 5 gennaio 2013, che si concluse con 11.795 perdite totali tra unità e costruzioni. Esiste un limite a simili stermini? Credo proprio di no.

Gloria eterna a noi.


Edited by Smiley Magnus - 1/10/2016, 13:30
 
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