| In ogni caso, sinceramente parlando, questo è un discorso un po' vuoto. Mi spiego (sì, sto per intraprendere un discorso serio!), ma prima devo premettere che non sto bacchettando né Anonimo né Slayer, mi sto solo riferendo ai discorsi del Fochi e di Migliorini. Ho sempre trovato interessante la filologia e lo studio delle etimologie e questa passione mi ha spinto, anche se non era l'unica motivazione, a studiare al liceo classico. L'origine delle parole, soprattutto di quelle bizzarre e dalla storia complessa, mi affascinava moltissimo e mi affascina tutt'ora. Tuttavia esiste un secondo piano della filologia e della grammatica, un piano che non comprende più storia e società (come era il caso dell'origine e del mutamento delle parole), ma pura e semplice grammatica. Mi narrava un mio professore di italiano che in gioventù egli avrebbe desiderato intraprendere studi di filologia, ma era rimasto impressionato dalla futilità degli studi di uomini che avevano sprecato anni in biblioteche alla ricerca di vocaboli e locuzioni. In secondo luogo è necessario ricordare che durante l'età ellenistica i letterati che un tempo creavano opere di inestimabile qualità, non avendo più nulla di cui discutere, trattavano esclusivamente di grammatica e perdevano giornate intere a discutere su come andasse pronunciato un dato vocabolo o su simili sciocchezze. Per questo motivo io, pur ritenendo che la grammatica debba comunque essere applicata correttamente, penso che restare a discutere se e per quale motivo qual è sia corretto o meno è abbastanza inutile: una volta stabilita la questione in termini grammaticali, ossia che qual è è corretto, possiamo anche metterci il cuore in pace, correggere i nostri errori ed iniziare a discutere di argomenti più importanti. Ohi, se ve lo dice un grammar nazi... XD
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