Il thread delle boiate generali relative a Neon Genesis Evangelion.

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view post Posted on 1/3/2012, 11:10
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Ze ÜberMorsel

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Una domanda di cui conosco già la risposta.

MA AI FINI DELLA TRAMA PEN PEN COSA DIAVOLO C’ENTRA?!
 
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Brainjuice
view post Posted on 1/3/2012, 14:40




CITAZIONE (L.A.Morselli @ 1/3/2012, 11:10) 
Una domanda di cui conosco già la risposta.

MA AI FINI DELLA TRAMA PEN PEN COSA DIAVOLO C’ENTRA?!

E' l'ultimo angelo.
 
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view post Posted on 1/3/2012, 14:47
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Ze ÜberMorsel

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CITAZIONE (Brainjuice @ 1/3/2012, 14:40) 
CITAZIONE (L.A.Morselli @ 1/3/2012, 11:10) 
Una domanda di cui conosco già la risposta.

MA AI FINI DELLA TRAMA PEN PEN COSA DIAVOLO C’ENTRA?!

E' l'ultimo angelo.

Traduzione: Non serve a un beneamato tubo di niente.
Il suo ruolo di elemento comico e riempitivo ha un unico scopo: impedirmi di apprezzare appieno NGE.
 
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Brainjuice
view post Posted on 1/3/2012, 15:09




Si, Pen Pen lo detesto. Ma immagino ti dia più fastidio il fanservice spudorato e gratuito.
(anche se ad essere sincero ho visto di peggio, molto, molto peggio.)
 
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view post Posted on 1/3/2012, 15:55
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Ze ÜberMorsel

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CITAZIONE (Brainjuice @ 1/3/2012, 15:09) 
Si, Pen Pen lo detesto. Ma immagino ti dia più fastidio il fanservice spudorato e gratuito.
(anche se ad essere sincero ho visto di peggio, molto, molto peggio.)

Piano.
Überovviamente esiste di peggio, vuoi che non lo sappia?
Però.
Il fanservice spudorato e gratuito può anche avere un suo perché negli anime banali e inutili dove, poiché il livello qualitativo risulta essere già basso senza di esso, non si svaluta nulla. And nothing of value was lost.
Ma Neon Genesis Evangelion. A che ti serve il fanservice in Neon Genesis Evangelion? Lo svaluta e basta e in questo caso non ha nessuno scopo al mondo. Se il creatore di NGE ha deciso di insozzare la propria creazione con saltuarie secchiate di fanservice è perché evidentemente quest’ultimo viene considerato quasi un imperativo per gli anime!
È una tristezza!
 
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Brainjuice
view post Posted on 4/3/2012, 16:43




CITAZIONE (L.A.Morselli @ 1/3/2012, 15:55) 
CITAZIONE (Brainjuice @ 1/3/2012, 15:09) 
Si, Pen Pen lo detesto. Ma immagino ti dia più fastidio il fanservice spudorato e gratuito.
(anche se ad essere sincero ho visto di peggio, molto, molto peggio.)

Se il creatore di NGE ha deciso di insozzare la propria creazione con saltuarie secchiate di fanservice è perché evidentemente quest’ultimo viene considerato quasi un imperativo per gli anime!
È una tristezza![/font]

Quotissimo. Di certe cose se ne potrebbe fare a meno.
 
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view post Posted on 7/3/2012, 12:36
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Ze ÜberMorsel

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Eh, vallo a dire in Giappone.
 
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view post Posted on 13/3/2012, 19:41
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Ze ÜberMorsel

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«Soggetto Beta: Henri Karlsson». Nato il 18 novembre 1997 in Tampere, Finlandia.
La fotografia ad un lato della pagina presentava il volto imberbe e dai tratti decisi di un giovane la cui espressione non lasciava trasparire null’altro all’infuori della più assoluta e marziale serietà.
Un rampollo del Progetto Neo-Spartan.
«Neo-Spartan…» rifletté Steiner, distendendosi sullo schienale della sedia. «Un nome appropriato, dopotutto».
Individui selezionati, indottrinati ed addestrati sin dalla più tenera età per ricoprire l’opprimente ruolo di salvatori dell’umanità.
«Quale barbarie».
Certo, i risultati erano eccezionali. Il dossier stesso di Karlsson ne era la prova più lampante: egli veniva descritto quale il soldato modello, efficiente, zelante e disciplinato. Non un episodio in cui abbia causato problemi o in cui abbia disubbidito ad un ordine impartitogli.
Ma dal punto di vista umano? Chi può arrogarsi il diritto di privare un uomo della propria infanzia e di calpestarne la personalità sul nascere? E cosa può fare un uomo creato per la guerra quando improvvisamente scoppia la pace?
Steiner sfogliò alcune pagine del dossier. Profilo psicologico del Soggetto Beta. Le dettagliate esposizioni delle qualità militari di Henri Karlsson lasciavano qui il posto ad un pugno di righe. Un individuo definito «tranquillo».
«Forse troppo».
Karlsson conduceva un’esistenza pressoché claustrale e raramente esprimeva le proprie opinioni rispetto a qualsivoglia argomento.
«Più un’arma che un uomo».
Il resto del dossier era dedicato alle specifiche dell’unità Eva pilotata dal Soggetto Beta in Svezia. Steiner chiuse il fascicolo e si versò un sorso di scotch in un bicchiere. Un amaro sorriso s’abbozzò sulle sue labbra.
«Perlomeno avrò un Pilota disciplinato…».


[Se vi state domandando perché Karlbon è stato reso Karlsson: ho scoperto dopo alcune ricerche che il cognome Karlbon non esiste. In compenso esiste «Karlsson», diffuso sia in Svezia che in Finlandia, pertanto ho utilizzato questo. Alcuni dettagli da me aggiunti sono arbitrari e se non vi piacciono posso cambiarle, tanto non è che abbia scritto un romanzo, ho scritto questa cosa perché ne avevo voglia.]


Edited by L.A.Morselli - 14/3/2012, 12:54
 
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view post Posted on 13/3/2012, 23:46
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Svalvolato Alanoide di Classe Buttseks

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LOL manca quello di Sidor e hai fatto tutti i piloti non NPC XD
 
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view post Posted on 14/3/2012, 12:53
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Ze ÜberMorsel

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CITAZIONE (Alan 91 @ 13/3/2012, 23:46) 
LOL manca quello di Sidor e hai fatto tutti i piloti non NPC XD

Bé, non che fossero molti i PC Piloti... tu e il Barbaro :asd:
 
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Terröre
view post Posted on 14/3/2012, 15:04




beh morsel, direi che Karlsson potrebbe essere stato il suo vero cognome e magari la nerv l'ha cambiato per insabbiarlo meglio
 
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Brainjuice
view post Posted on 14/3/2012, 17:25




CITAZIONE (L.A.Morselli @ 13/3/2012, 19:41) 
«Soggetto Beta: Henri Karlsson». Nato il 18 novembre 1997 in Tampere, Finlandia.
La fotografia ad un lato della pagina presentava il volto imberbe e dai tratti decisi di un giovane la cui espressione non lasciava trasparire null’altro all’infuori della più assoluta e marziale serietà.
Un rampollo del Progetto Neo-Spartan.
«Neo-Spartan…» rifletté Steiner, distendendosi sullo schienale della sedia. «Un nome appropriato, dopotutto».
Individui selezionati, indottrinati ed addestrati sin dalla più tenera età per ricoprire l’opprimente ruolo di salvatori dell’umanità.
«Quale barbarie».
Certo, i risultati erano eccezionali. Il dossier stesso di Karlsson ne era la prova più lampante: egli veniva descritto quale il soldato modello, efficiente, zelante e disciplinato. Non un episodio in cui abbia causato problemi o in cui abbia disubbidito ad un ordine impartitogli.
Ma dal punto di vista umano? Chi può arrogarsi il diritto di privare un uomo della propria infanzia e di calpestarne la personalità sul nascere? E cosa può fare un uomo creato per la guerra quando improvvisamente scoppia la pace?
Steiner sfogliò alcune pagine del dossier. Profilo psicologico del Soggetto Beta. Le dettagliate esposizioni delle qualità militari di Henri Karlsson lasciavano qui il posto ad un pugno di righe. Un individuo definito «tranquillo».
«Forse troppo».
Karlsson conduceva un’esistenza pressoché claustrale e raramente esprimeva le proprie opinioni rispetto a qualsivoglia argomento.
«Più un’arma che un uomo».
Il resto del dossier era dedicato alle specifiche dell’unità Eva pilotata dal Soggetto Beta in Svezia. Steiner chiuse il fascicolo e si versò un sorso di scotch in un bicchiere. Un amaro sorriso s’abbozzò sulle sue labbra.
«Perlomeno avrò un Pilota disciplinato…».


[Se vi state domandando perché Karlbon è stato reso Karlsson: ho scoperto dopo alcune ricerche che il cognome Karlbon non esiste. In compenso esiste «Karlsson», diffuso sia in Svezia che in Finlandia, pertanto ho utilizzato questo. Alcuni dettagli da me aggiunti sono arbitrari e se non vi piacciono posso cambiarle, tanto non è che abbia scritto un romanzo, ho scritto questa cosa perché ne avevo voglia.]

EPIC.
Steiner era un grande uomo. Ora devi fare PER FORZA quello di Sidor.
 
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view post Posted on 14/3/2012, 19:01
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Ze ÜberMorsel

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CITAZIONE (Brainjuice @ 14/3/2012, 17:25) 
EPIC.
Steiner era un grande uomo. Ora devi fare PER FORZA quello di Sidor.

Di brutto. Appena ne ho il tempo scriverò qualcosa su Sidor :-D
 
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view post Posted on 3/5/2012, 19:12
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Ze ÜberMorsel

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Sidor Grigor’evič barcollava per le strade buie di Neo-Berlino. Non ricordava quando avesse lasciato il locale dove s’era sbronzato, né aveva la più vaga idea di dove si trovasse in quel momento. Appoggiandosi ad una parete di un edificio e sorreggendo il capo dolente con una mano, il giovane si guardò attorno, tentando di fare mente locale. Vicoli anonimi e deserti sommersi nella nebbia più fitta: la desolazione più assoluta. Che schifo, si disse. Per anni aveva vissuto braccato come una lepre, pronto a reagire al minimo segnale dall’allarme, senza mai concedersi un istante di tregua. Ed ora che era stato agguantato, ora che le fughe erano concluse… che altro gli rimaneva da fare? Abbandonarsi ai fumi dell’alcol o rassegnarsi a morire d’inedia in quella nebbia perenne…
Sidor si piegò in due e riversò il contenuto dello stomaco sulla strada.
«Buonasera, signor Nesterov.»
Il giovane pilota sollevò debolmente il capo. Di fronte a sé, là dove sino a pochi istanti prima regnava il nulla, immerso nella nebbia eppure inspiegabilmente nitido, si ergeva il profilo scuro di un uomo in trench e borsalino.
«Lasciami indovinare… sei tu quello che mi ha seguito tutti questi giorni, non è così?»
L’uomo emise una breve risata. La sua voce era profonda, l’accento indefinibile.
«Lei è un acuto osservatore, signor Nesterov.»
Sidor levò lo sguardo al cielo.
«Magari. Se lo fossi realmente ora non sarei qui.»
«Non si sottovaluti. Chi altri sarebbe stato in grado di sfuggire alla NERV per ben quattro anni?»
Improvvisamente calò il silenzio. Sidor, ripresosi di colpo dalla sbornia, si rimise in posizione eretta, studiando con attenzione il proprio interlocutore.
«Aspetta un momento… si può sapere chi sei?»
Lo sconosciuto estrasse un accendisigari argentato da una tasca dell’impermeabile e si accese una sigaretta, illuminando per un fugace istante, sotto la tesa dell’elegante copricapo, un volto dai tratti semplici e al contempo accattivanti.
«Definire ciò che sono e ciò che pratico, signor Nesterov, è impossibile. Mi consideri… un amico. Od un alleato, se preferisce. Un alleato in grado di fornire risposte alle sue domande.»
Sidor aggrottò le sopracciglia.
«Domande?»
«Esattamente. Entrambi sappiamo che vi sono domande che la tormentano, domande a cui nessun membro della NERV può rispondere apertamente. Io sono qui per questo: fornirle le chiavi per raggiungere le risposte che va cercando.»
«Io non…»
Sidor s’interruppe.
La situazione pareva assurda. Un perfetto sconosciuto dall’aria quanto mai sospetta gli aveva promesso tesori preziosi sostenendosi suo amico. Durante i turbolenti anni della sua fuga il giovane aveva imparato a diffidare di chiunque, specialmente di simili individui prodighi di promesse. Eppure… quel misterioso straniero conosceva il suo passato. Informazioni segrete accessibili ai soli funzionari di rango più elevato della NERV. Chiunque egli fosse, disponeva indubbiamente di mezzi potenti. Un simile alleato si sarebbe certamente rivelato più che utile, ma chi gli assicurava che non si trattasse di una trappola? Sidor, affidandosi all’esperienza, decise di procedere con cautela.
«Ammettiamo che tu sia davvero in grado di fare tutte queste cose… perché vorresti farle? Vuoi forse qualcosa in cambio? O ti paga qualche governo?»
L’uomo in impermeabile aspirò con calma dalla propria sigaretta, emettendo dalle labbra una nuvola di fumo che andò a disperdersi nella nebbia.
«Nulla di tutto ciò. La ragione per cui mi sono rivolto a lei è perché i miei obiettivi coincidono con i suoi.»
Il giovane russo rimase ancor più perplesso. Prima che potesse replicare, tuttavia, l’uomo riprese a parlare.
«Lei più di me, signor Nesterov, è consapevole di quali atrocità abbia perpetrato la NERV, lei che è stato spogliato dei diritti fondamentali dell’uomo. Lei più di me si rende conto che una tale organizzazione è una minaccia per l’umanità.»
Sidor aprì la bocca nel tentativo di rispondere, ma ancora una volta le parole gli morirono sulle labbra.
«La mia missione – proseguì lo straniero – è quella di portare alla luce la reale natura della NERV. Abbattere tale organizzazione inumana. Per conseguire tale obiettivo, tuttavia, ho bisogno del suo aiuto.»
«Che genere di aiuto?»
«Non è il caso di preoccuparsene ora. Si ricordi, tuttavia, che nessuno la costringerà ad agire senza il suo consenso. Lei avrà la facoltà di ritirarsi in ogni momento.»
Il pilota si portò le braccia conserte al petto.
«E, sentiamo un po’, perché dovrei fidarmi di una persona come te?»
L’uomo aspirò nuovamente dalla sigaretta, ridacchiando sommessamente.
«Mi metta alla prova, signor Nesterov. Rifletta su quale incarico affidarmi e mi contatti.»
«In che modo?»
L’uomo voltò le spalle all’interlocutore, iniziando ad allontanarsi a passo lento.
«Invochi il mio nome nella nebbia. Io sarò lì.»
Sidor aprì le braccia.
«E quale sarebbe il tuo nome?»
«Mi chiami Alzis. Stephen Alzis.»
A quelle parole la figura enigmatica svanì nella foschia, lasciando il confuso pilota alla solitudine dei suoi pensieri.
«Anche questa doveva capitarmi…»
Sidor si grattò leggermente il capo, scompigliando i capelli, si osservò attorno e con passo incerto riprese il cammino per casa.
 
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Terröre
view post Posted on 3/5/2012, 19:59




ecco... ''il quando all'improvviso'' di alzis colpisce ancora
 
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40 replies since 16/12/2011, 19:08   412 views
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